lunedì 19 febbraio 2018

Il segreto del Bosco Vecchio - Dino Buzzati


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TRAMA

Il colonnello Sebastiano Procolo eredita una casa ai limiti del Bosco Vecchio, le cui leggende narrano di geni che abitano gli alberi e di misteriosi venti col dono della parola.
Quando si rende conto che il suo nipotino Benvenuto ha ereditato più di lui, incominceranno ad affiorare sentimenti fin lì sconosciuti che lo costringeranno a fare i conti con il misterioso bosco e la sua stessa persona...


COMMENTO A CURA DI 

Dino Buzzati ha sempre caricato le sue opere di una malinconia di fondo non indifferente, probabilmente alimentata dall'incapacità di districarsi da quell'atavica insoddisfazione che il lavoro assiduo del giornalista lo costringeva a vivere quotidianamente.
Il contesto delineato è quello della fiaba: la realtà smette di seguire le consuete leggi e sfuma nell'indefinita magia capace di evidenziare le bellezze della natura, tanto meravigliose nel rinvigorire lo spirito innocente del fanciullo quanto minacciose nel promettere il termine di quello spensierato percorso.
La grigia quotidianità del colonnello viene scandita da una sgangherata radio che veicola rimpianti nonché qualche estemporanea visita di addetti ai lavori che orbitano saltuariamente attorno alla casa; ma la solitudine non viene compresa né metabolizzata e, purtroppo, diventa il preludio alla consapevolezza delle occasioni mancate nel corso degli anni.
Il dramma si consuma anche per il piccolo Benvenuto, le cui battaglie con i suoi coetanei - causa fisico malaticcio e carattere introverso - non sono foriere di belle speranze per il domani; e con lui anche il vento Matteo, imprigionato per decine d'anni in una caverna e vero e proprio collegamento tra i due protagonisti, si ritrova a dover rincorrere una realtà che lo ha lasciato indietro e si è evoluta senza la sua presenza.
La presa di coscienza del passaggio nel mondo adulto non garantirà mai l'immutabilità della propria percezione verso il mondo che ci circonda; ed è in questa amara verità che la vita va fatta propria, senza permettere che le occasioni perdute e i rimpianti diventino l'umiliante costante dei giorni che ci aspetteranno.
Meraviglioso, in tal senso, il potente finale in cui il congedo definitivo dona una seconda possibilità a tutti e rinnega il giudizio.
Forse non il miglior Buzzati, ma "Il deserto dei Tartari" e molti racconti celeberrimi sono sicuramente partiti da qui.


"Del resto, questa forse è la notte famosa in cui tu finirai di esser bambino. Non so se qualcuno te l'ha detto. Di questa notte i più non si accorgono, non sospettano nemmeno che esista, eppure è una netta barriera che si chiude d'improvviso.Sì, può darsi che sia la tua volta. Tu domani sarai molto più forte, domani comincerà per te una nuova vita, ma non capirai più molte cose: non li capirai più, quando parlano, gli alberi, né gli uccelli, né i fiumi, né i venti."



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