domenica 25 febbraio 2018

Conclusione di Vladimir Majakovskij (poesia)


"Niente cancellerà via l'amore,
né i litigi
né i chilometri.
È meditato,
provato,
controllato.
Alzando solennemente i versi, dita di righe,
lo giuro:
amo
d'un amore immutabile e fedele".

venerdì 23 febbraio 2018

PER QUIETO VIVERE di Massimiliano Smeriglio

4 giugno 1944. Una donna si getta dal decimo piano di un caseggiato popolare per sfuggire al linciaggio della folla. È la portiera del palazzo che, fedele al regime fascista, con le sue denunce ha provocato la condanna a morte di alcuni giovani partigiani. Settant'anni dopo, il nipote, un uomo superficiale e indolente che ha ereditato il ruolo di portiere nel medesimo stabile, è all'ossessiva ricerca dei responsabili del suicidio della nonna. Sotto il suo sguardo morboso si dipanano le vite dei condomini: un giornalista colpito da una malattia degenerativa accudito amorevolmente dal figlio; un'anziana donna, considerata matta, che cela nella sua follia un terribile passato; un uomo che è al contempo spacciatore pregiudicato e padre premuroso; una bambina enigmatica e solitaria; un padre in fin di vita e un ragazzo addolorato dall'indifferenza che sente per la sorte del genitore. Il portiere osserva e si nutre dei tormenti di questa umanità disgregata, ma quello che prova non è che sprezzante distacco: nel suo cuore c'è posto solo per il rancore. L'autore, con grande abilità mimetica e introspettiva, tratteggia una galleria di personaggi tormentati dalla propria storia, la cui lotta per trovare requie sembra imprescindibilmente legata al distacco e al disincanto. Un romanzo sulle trame del passato e i nodi del presente: "Per quieto vivere", una storia in cui nessuno è in pace.


Commento a cura di:
Il portiere di un di un condominio indaga sulla morte della nonna, avvenuta nel 1944 in quello stesso stabile, scrutando le vite degli altri condomini tra cui potrebbero esserci i responsabili dei fatti di allora.

Al racconto della sua storia si affianca quello della vita dei condomini che svelano le loro esistenze nella comune ricerca di un quieto vivere.
I personaggi, che inizialmente indignano, inquietano ed angosciano, catturano il lettore e lo conducono a viaggiare, dal presente al passato, in uno spaccato di vita in cui ognuno cerca di farvi ordine. Pareggiare i conti, autoassolversi, riannodare i fili: ciascuno alla vita deve o chiede un risarcimento. Tutto il libro si snoda attraverso la narrazione parallela, in prima persona, dei vari personaggi che portano i segni della sconfitta, nel corpo o nell'anima: il portiere, viscido e mediocre, ossessionato dalla ricerca di quella verità cara alla sua famiglia; una anziana signora sola che la sofferenza per eventi del passato ha reso bizzarra e scostante; un padre ed un figlio dai destini incrociati dalla malattia di uno dei due; un figlio che, tornato dall'estero per il funerale del padre, si accorge con sgomento e rammarico di non provare dolore.
Il libro è interessante perché ci racconta la vita, scegliendo personaggi credibili per le loro vicende reali. In ogni vissuto c'è la caduta e la ripresa dell'uno sull'altro verso il sopravvivere. I racconti sono fotografie che rappresentano i tempi, presente e passato, di cui è mostrato il positivo ed il negativo, come a voler fornire un punto di osservazione che comprenda anche le oscurità e le ombre.


Giudizio:

Un assaggio dal libro:
"[...] non esistono le mele marce. Tu continui a cercare la mela marcia, ma non capisci che il problema non è il frutto singolo, ma il cesto."

mercoledì 21 febbraio 2018

IL SIGNORE DEL CAOS (Ruota del tempo, vol. 6) - Robert Jordan

Commento a cura di 


Grazie al finale dei Pozzi di Dumai ho riscoperto il concetto di epicità. Mi sono commossa davvero tanto!

"In un giorno colmo di fuoco, sangue e dell’Unico Potere, come avevano suggerito le profezie, la torre immacolata, adesso spezzata, si era inginocchiata sotto quel simbolo dimenticato."
Ahimè, per mancanza di quadro generale non posso ancora fare un discorso di tipo tecnico sui meriti e i demeriti della serie.
Mi devo perciò limitare a far ciò che aborro: parlare del libro soltanto in termini di trama e gusto personale. Premetto che gli spoiler (a fondo pagina) serviranno a chi, come me, prima o poi necessiterà di un'infarinatura generale per stare al passo con la serie.


lunedì 19 febbraio 2018

Il segreto del Bosco Vecchio - Dino Buzzati


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TRAMA

Il colonnello Sebastiano Procolo eredita una casa ai limiti del Bosco Vecchio, le cui leggende narrano di geni che abitano gli alberi e di misteriosi venti col dono della parola.
Quando si rende conto che il suo nipotino Benvenuto ha ereditato più di lui, incominceranno ad affiorare sentimenti fin lì sconosciuti che lo costringeranno a fare i conti con il misterioso bosco e la sua stessa persona...

IL GATTOPARDO di Giuseppe Tomasi di Lampedusa


Don Fabrizio, principe di Salina, all'arrivo dei Garibaldini, sente inevitabile il declino e la rovina della sua classe. Approva il matrimonio del nipote Tancredi, senza più risorse economiche, con la figlia, che porta con sé una ricca dote, di Calogero Sedara, un astuto borghese. Don Fabrizio rifiuta però il seggio al Senato che gli viene offerto, ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civiltà in decadenza e propone al suo posto proprio il borghese Calogero Sedara.

Commento a cura di

sabato 17 febbraio 2018

Le finestre di Konstantinos Kavafis (poesia)



In queste tenebrose camere, 
dove vivo
giorni grevi, 
di qua di là m'aggiro - per trovare finestre 
(sarà scampo se una finestra s'apre). 
Ma finestre non si trovano, o non so trovarle. Meglio non trovarle forse. - Forse sarà la luce altra tortura. - 
Chi sa che cose nuove mostrerà.

sabato 10 febbraio 2018

Ode all'immortalità di William Wordsworth (poesia)


C’era un tempo in cui prato, bosco, e ruscello,
la terra, e ogni essere comune
a me sembravano
ornati da una luce celestiale,
la gloria e la freschezza di un sogno.
non è più com’era prima;—
mi giro ovunque posso,
di giorno o di notte,
le cose che ho visto ora non posso più vederle.

L’arcobaleno viene e va,
e amabile è la rosa;
la luna con diletto
si guarda intorno quando i cieli erano spogli;
le acque nelle notti stellate
sono belle e serene;
l’alba è una nascita gloriosa;
ma eppure so, dove vado,
dove è passata una gloria dalla terra.

lunedì 5 febbraio 2018

After Dark di Haruki Murakami

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TRAMA

Giunge la notte a Tokyo. Mari, una diciannovenne giapponese che studia il cinese, legge un libro nella completa solitudine della caffetteria in cui ha deciso di trascorrere la notte; Takahari, arrivato lì durante una pausa dalle prove della sua banda di Jazz, riconosce casualmente la ragazza perché già incontrata durante l'anno.
Sarà solo l'inizio di una notte in cui ogni personaggio chiamato in causa si troverà costretto a fare i conti con se stesso, prima che giunga l'alba.


COMMENTO A CURA DI



"La memoria umana è veramente qualcosa di strano: c’è conservata dentro un sacco di roba inutile, un sacco di cianfrusaglie, come in un cassetto. Mentre le cose importanti, quelle realmente necessarie, svaniscono una dopo l’altra."


sabato 3 febbraio 2018

venerdì 2 febbraio 2018

SAGA DI RAGNARR di AA.VV (Doppia Recensione)


In uno storico IX secolo, Ragnarr, le sue due bellissi­me mogli e i suoi indomiti figli sono i protagonisti di un racconto d’armi e d’amore, di fondazione e distruzione di regni e città, di vendette e saccheggi e di audaci spedizioni che li portano a percorrere per mare e per terra i vasti spazi dai gelidi regni del Nord, all’Inghilterra anglosassone, alla Svizzera, e alla nostra Toscana. Così è la storia, che degli atti umani registra essenzialmente le guerre e le lotte di potere, e così vuole la tradizione di un popolo che ha per eroi i suoi condottieri e per codice d’onore la conquista della gloria, dell’immortalità del proprio nome, che, unico, non muore, quando tutto intorno muore. Ma nel mondo delle saghe storia e leggenda, cronaca e mito, realtà e prodigio si sovrappongono e si fondono. E così, nel corso della narrazione, si può incontrare una fanciulla che vive nascosta in una cetra, un grazioso serpentello che, lasciato su un gruzzolo di denaro, si trasforma in un mostro spa­ventoso che giace su un cumulo d’oro, una vacca che mette in fuga gli eserciti con il suo terrificante mug­gito, una città espugnata da una foresta che cammi­na, una veste magica che rende invulnerabili, un gigantesco uomo-albero, coperto di muschio e rugia­da, lasciato a custodire la memoria del passato. E, ancora, indovinelli, profezie, distanze misurate in suole di ferro consumate, in cui riconosciamo le for­mule delle fiabe. Eppure restiamo sulla terra, non in mezzo a figure ideali divise in buoni e cattivi, premiati e puniti, ma nella sfera in cui l’agire umano non è che l’eterno ripetersi di quella serie di prove e tentativi, di successi e sconfitte, di errori, di amori, di risentimenti, di lealtà e di tradimenti, che è la vita di ogni uomo che si confronta con il proprio destino.

Commento a cura di 
Fin dalla più tenera età sono sempre stata appassionata di miti greci, tuttavia non avevo mai approfondito quelli norreni. Dopo aver letto un paio di romanzi leggeri, che hanno tratto ispirazione da tali leggende, ho voluto cogliere a piene mani direttamente dall'originale, partendo dalla lettura di "Edda" dell'erudito Snorri Sturluson che ha radunato in un tomo unico il mitizzato mondo nordico costituito da un esteso pàntheon di divinità capricciose e imprevedibili, spesso animate da sentimenti quasi umani, e creature straordinarie quali le Valchirie, i giganti e molto altro ancora. Vi consiglio caldamente di recuperarlo (assieme al Canzoniere eddico) se volete definirvi davvero cultori del genere. 
Ancor più desiderosa di approfondire quest'ambito, mi sono lasciata conquistare dalla serie tv Vikings che ha inglobato diversi stralci dalle varie leggende e avvenimenti storici aventi come figura di spicco: il temerario Ragnarr Loðbrók. Potevo accontentarmi delle esigue e raffazzonate nozioni ottenute da ciò che vedevo su schermo? Assolutamente no. E quando se n'è presentata l'occasione ho voluto scoprire da me le eroiche imprese compiute da Ragnarr, servendomi di questo libriccino.
La trasposizione televisiva ha conferito un'accezione romanzata alle gesta di questo prode guerriero che nel libro è praticamente assente; la struttura per racconti brevi risulta sì efficace e fluida, tuttavia il susseguirsi di nomi impronunciabili e i riferimenti ad episodi che non è stato possibile ricostruire ne rendono ostica ed impegnativa la lettura... Inoltre ero convinta si desse ampio spazio a Ragnarr, ma egli resta un personaggio appena accennato vengono, invece, enunciate le prodezze della sua numerosa prole, in particolare quelle dell'ingegnoso Ivarr Senz'Ossa e dell'animoso Björn "Fianchi d'acciaio".
L'introduzione è stata molto chiarificatrice poiché attesta che quanto ci apprestiamo a leggere non è "di prima mano" bensì il frutto di diverse testimonianze provenienti dai popoli conquistati (prevalentemente i Sassoni). Si rievocano i numerosi momenti - tanto truci quanto affascinanti - che vanno a ricostruire le impervie spedizioni all'insegna dell'avventura e del magico ancestrale ad opera della furia devastatrice di questi guerrieri a dir poco sanguinari.
In conclusione questo libro altro non è che un ulteriore ed imperdibile fiore all'occhiello per quanto concerne l'epica scandinava, per i motivi stilistici sopra enunciati non posso dire di essermene innamorata ciò nonostante ne suggerisco la lettura a chi ha voglia di carpire qualcosa di più su questo popolo.



Commento a cura di


Mi ha da sempre affascinato la leggenda sui norreni e per questo, grazie ai consigli di amici, ho deciso di leggere il primo libro dedicato a loro.
Dopo un'introduzione, che ho trovato un po’ noiosa per la presenza di troppi riferimenti storici, il romanzo ha iniziato a coinvolgermi. Si tratta di una raccolta di leggende che hanno per oggetto Ragnar Lordbrok e i suoi figli. Le testimonianze sono difficili da trovare se non grazie a due manoscritti che presentano delle similitudini o colmano delle lacune, a vicenda.
Diciamo che nei primi capitoli, mi sono trovato a paragonare il tutto alla serie TV e quindi non sono riuscito ad apprezzare molto la scrittura anche se molto scorrevole. Quando sono riuscito a lasciarmi indietro la serie TV, ho iniziato ad apprezzare questa serie di racconti.
Sono racconti, per lo più incentrati su Ragnarr, all'inizio, e sulle tradizioni norrene seppur poche. Quello che mi è dispiaciuto non trovare, sono i riferimenti inerenti la mitologia nordica.
La scrittura è molto scorrevole, con capitoli abbastanza brevi.
Non trattandosi di un romanzo, ma di raccolta di leggende, sì ha un po' difficoltà, all'inizio, ad entrare nell'ottica. Nel complesso, ho trovato la raccolta abbastanza carina, ma non ho riscontrato la “grandezza” di Ragnarr. Di sicuro questa lettura mi porta a voler approfondire di più la mitologia e la storia norrena.

Il giudizio è unanime per entrambi.