sabato 20 gennaio 2018

SOLO IL MIMO CANTA AL LIMITARE DEL BOSCO di Walter Tevis


Siamo nel 2467 e da diverse generazioni sono i robot a prendere ogni decisione, mentre un individualismo esasperato regola la vita dell'uomo: la famiglia è abolita, la coabitazione vietata e ogni persona assume quotidianamente un mix di psicofarmaci e antidepressivi. I suicidi sono in aumento, non nascono più bambini e la popolazione mondiale sta avviandosi all'estinzione. Simbolo e guardiano dello status quo è Spofforth, androide di ultima generazione che agogna un suicidio che gli è però impedito dalla sua programmazione. A lui si contrapporranno Paul Bentley, un professore universitario che, riscoperta casualmente la lettura dimenticata da tempo, grazie ai libri apprende l'esistenza di un passato e la possibilità di un cambiamento, e Mary Lou, che sin da piccola ha rifiutato di assumere droghe pur di tenere gli occhi aperti sulla realtà. Tevis si muove dall'incrocio di queste tre vite creando una distopia postmoderna sulle inquietudini dell'uomo, dove la tecnologia senza controllo si trasforma da risorsa in pericolo.

Commento a cura di
Ci troviamo catapultati nell'anno 2467, all'interno di una società futuristica fortemente predominata dai robot - oramai hanno preso il sopravvento - in cui il genere umano si sta drammaticamente estinguendo.
Sotto l'egida della "legge della Privacy" è tassativamente vietata ogni forma di sentimento e contatto tranne una tipologia, insegnata loro fin dalla tenera età:«Il sesso in fretta è meglio». Un altro dei mantra vigenti è: «Non chiedere, rilassati», frase che va a suggellare l'acquiescenza sempre più dilagante. L'individualismo viene portato all'estremo, uomini e donne si trincerano dietro palpebre chiuse, dovute all'apparente serenità fornita dalle droghe, pur di non avere aderenza con la realtà che li circonda e comunicare con gli altri. Non esiste più alcuna forma di aggregazione; la collettività, il dialogo e i rapporti umani sono banditi. I libri sono mercanzia rara, tuttavia superflua poiché leggere è divenuto illegale e, di conseguenza, l'analfabetismo regna sovrano.
Le famiglie non hanno più ragione di esistere (oltre ad essere anch'esse illecite e desuete) e, a causa dell'abuso di psicofarmaci, il tasso di fertilità - e di nascite - si è drasticamente ridotto portando alla lenta ed inesorabile scomparsa dei bambini; provocando altresì un malcontento generale, una sorta di inquietudine che sfocia in veri e propri suicidi di massa anestetizzati dai tranquillanti.
Il libro si apre con il punto di vista di Spofforth, un'intelligenza artificiale - unica ed ultima nel suo genere - che seppur infaticabile nel "corpo", spossato dai tanti secoli vissuti sulla Terra, a vigilare sulle esigenze dell'uomo, e che medita e brama costantemente una morte suicida preventivamente negata dai suoi programmatori. Che sia incalzato da mero egoismo o da bruciante vendetta nei confronti del genere umano, Spofforth ha architettato un ingegnoso piano che lo aiuterà, finalmente, a raggiungere il tanto agognato proposito... Ma la vera svolta arriverà quando sul suo cammino incapperanno Paul Bentley e Mary Lou, due improbabili Adamo&Eva che segneranno una svolta nella civiltà e riscopriranno il loro senso di appartenenza.

Romanzo di nicchia pubblicato per la prima volta nel 1980 ed intitolato "Mockingbird", sbarcato in Italia tre anni più tardi con due titoli differenti: il primo riprende una delle frasi caratterizzanti presenti all'interno del romanzo stesso ovvero "Solo il mimo canta al limitare del bosco", sagace e suggestiva metafora che va a sottolineare quanto i robot rappresentino una sorta di beffarda pantomima dell'essere umano. 
L'altro è "Futuro in trance", certamente più diretto del precedente, ci regala subito un indizio sul genere in cui si va collocare ossia fantascienza con tratti distintivi tipici del distopico. Il libro presenta una struttura contraddistinta dall'alternanza dei POV principali cioè Spofforth, Bentley e Mary Lou,. Walter Tevis sviluppa con maestria un intreccio tanto avvincente ed originale quanto malinconico ed evocativo, infatti, la forza del romanzo sta nella narrazione sì fluida, data anche la mole non indifferente, ma mai scontata o banale. Non ha nulla da invidiare ai capisaldi della distopia (come 1984 di George Orwell o Fahrenheit 451 di Ray Bradbury) anzi, un valore aggiuntivo - rispetto ai due che ho sopracitato - è quello di proporsi come un romanzo distopico\fantascientifico e allo stesso tempo assumere il ruolo di romanzo d'introspezione, dati i numerosi spunti di riflessione che offre.
Ho amato questo romanzo appunto per gli innumerevoli messaggi positivi che trasmette, primo fra tutti, quello che mi preme maggiormente porre alla vostra attenzione è il seguente: la lettura è salvifica. Il potere della parola è in grado di risollevare le sorti del mondo.
Che altro dire? Entra di diritto tra i miei libri del cuore e ne consiglio la lettura agli amanti dei distopici che hanno voglia di scoprirne uno davvero encomiabile.

Giudizio:

Un assaggio dal libro:
[…] mi sento libero e forte. Se non leggessi i libri, non potrei sentirmi così. Qualunque cosa possa accadermi, grazie a Dio so leggere, e sono veramente entrato in contatto con le menti di altri uomini.

Nessun commento:

Posta un commento