mercoledì 31 gennaio 2018

CONFESSIONE di Kanae Minato


Trama:
La rivelazione è di quelle agghiaccianti, soprattutto se a farla è una giovane professoressa che ha da poco perso la sua bambina e ad ascoltarla sono i suoi alunni, la classe alla quale Moriguchi Yuko rivolge un discorso di addio: "La mia Manami non è morta accidentalmente; è stata uccisa da qualcuno di voi". La figlia dell'insegnante di scienze aveva quattro anni quando, un mese prima della fine dell'anno scolastico alla scuola media, in una cittadina del Giappone, è stata trovata morta nella piscina dell'istituto. A causa di quello che tutti hanno ritenuto un incidente, la madre ha deciso di abbandonare per sempre il suo lavoro. Freddamente, quasi scientificamente definendoli A e B, la professoressa rende identificabili ai compagni i due ragazzi e rivela la sua scoperta di come essi abbiano premeditato e compiuto l'omicidio di una bambina indifesa. Inoltre, con altrettanta freddezza, l'insegnante comunica la sua decisione: non ha intenzione di denunciare i due assassini alla polizia. Ha invece già messo in atto una personale vendetta, atroce e immediata ma escogitata in modo che le devastanti conseguenze si manifestino lentamente, affinché i giovani criminali abbiano il tempo di pentirsi e trascorrere il resto dei loro giorni sopportando il fardello della colpa di cui si sono macchiati. Nelle settimane successive, attraverso un diario, un blog, una lettera, appare in tutta la sua spaventosa portata il perché del gesto compiuto da Nao e Shuya.

sabato 27 gennaio 2018

Un paio di scarpette rosse di Joyce Lussu (Poesia)



C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
‘Schulze Monaco’.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.




giovedì 25 gennaio 2018

Alessandro Bugliazzini - Le cronache di Ràvanphis (Recensione)


Le vicende di un mondo immaginario, il disegno di un grande inganno e il viaggio di molti ingannatori. Alla ricerca dell’arma più potente del loro mondo.

Il mondo di Ràvanphis è profondamente diviso dal mare e da insormontabili montagne.
Pharados, un uomo dai poteri quasi divini e mosso dal rancore più profondo, viene cacciato dal luogo in cui è nato fino ad arrivare ad una terra lontana, dove non può essere ostacolato e sulla quale costituisce il proprio impero. La crudeltà e il potere dei suoi discendenti si affievolisce con il passare dei secoli, fino al giorno in cui uno di questi, l'imperatore Tusna, inizia a comprendere quanto gli è stato segretamente tramandato e il desiderio di vendetta all'interno della propria essenza.
Un uomo coraggioso, Farthan, accompagnato da Kalatur, uno strano e misterioso criminale che lui considera come la propria nemesi, partiranno per volere di Tusna alla volta di Tyrnémos, le terre ad ovest dell'impero oltre un grande mare. Tanto lontane da essere sconosciute agli abitanti dell'impero e cariche di una magia che tutti credono inesistente.
Ma Tyrnémos si rivelerà il luogo peggiore nel quale potessero capitare; l'influenza degli antichi poteri di quelle terre, le maledizioni e un terribile esercito nero, si riveleranno tanto forti da rendere la sorte di ogni abitante o viaggiatore, una continua sfida contro la mortale natura di quei luoghi.

📚 R Recensione 📚
Ilphasar libro primo

domenica 21 gennaio 2018

"Anche tu sei l’amore" di Cesare Pavese (poesia)



(Immagine dell'artista: Brooke Shaden)                                                                                     
Anche tu sei l’amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue – non altro.

sabato 20 gennaio 2018

SOLO IL MIMO CANTA AL LIMITARE DEL BOSCO di Walter Tevis


Siamo nel 2467 e da diverse generazioni sono i robot a prendere ogni decisione, mentre un individualismo esasperato regola la vita dell'uomo: la famiglia è abolita, la coabitazione vietata e ogni persona assume quotidianamente un mix di psicofarmaci e antidepressivi. I suicidi sono in aumento, non nascono più bambini e la popolazione mondiale sta avviandosi all'estinzione. Simbolo e guardiano dello status quo è Spofforth, androide di ultima generazione che agogna un suicidio che gli è però impedito dalla sua programmazione. A lui si contrapporranno Paul Bentley, un professore universitario che, riscoperta casualmente la lettura dimenticata da tempo, grazie ai libri apprende l'esistenza di un passato e la possibilità di un cambiamento, e Mary Lou, che sin da piccola ha rifiutato di assumere droghe pur di tenere gli occhi aperti sulla realtà. Tevis si muove dall'incrocio di queste tre vite creando una distopia postmoderna sulle inquietudini dell'uomo, dove la tecnologia senza controllo si trasforma da risorsa in pericolo.

Commento a cura di
Ci troviamo catapultati nell'anno 2467, all'interno di una società futuristica fortemente predominata dai robot - oramai hanno preso il sopravvento - in cui il genere umano si sta drammaticamente estinguendo.
Sotto l'egida della "legge della Privacy" è tassativamente vietata ogni forma di sentimento e contatto tranne una tipologia, insegnata loro fin dalla tenera età:«Il sesso in fretta è meglio». Un altro dei mantra vigenti è: «Non chiedere, rilassati», frase che va a suggellare l'acquiescenza sempre più dilagante. L'individualismo viene portato all'estremo, uomini e donne si trincerano dietro palpebre chiuse, dovute all'apparente serenità fornita dalle droghe, pur di non avere aderenza con la realtà che li circonda e comunicare con gli altri. Non esiste più alcuna forma di aggregazione; la collettività, il dialogo e i rapporti umani sono banditi. I libri sono mercanzia rara, tuttavia superflua poiché leggere è divenuto illegale e, di conseguenza, l'analfabetismo regna sovrano.
Le famiglie non hanno più ragione di esistere (oltre ad essere anch'esse illecite e desuete) e, a causa dell'abuso di psicofarmaci, il tasso di fertilità - e di nascite - si è drasticamente ridotto portando alla lenta ed inesorabile scomparsa dei bambini; provocando altresì un malcontento generale, una sorta di inquietudine che sfocia in veri e propri suicidi di massa anestetizzati dai tranquillanti.
Il libro si apre con il punto di vista di Spofforth, un'intelligenza artificiale - unica ed ultima nel suo genere - che seppur infaticabile nel "corpo", spossato dai tanti secoli vissuti sulla Terra, a vigilare sulle esigenze dell'uomo, e che medita e brama costantemente una morte suicida preventivamente negata dai suoi programmatori. Che sia incalzato da mero egoismo o da bruciante vendetta nei confronti del genere umano, Spofforth ha architettato un ingegnoso piano che lo aiuterà, finalmente, a raggiungere il tanto agognato proposito... Ma la vera svolta arriverà quando sul suo cammino incapperanno Paul Bentley e Mary Lou, due improbabili Adamo&Eva che segneranno una svolta nella civiltà e riscopriranno il loro senso di appartenenza.

Romanzo di nicchia pubblicato per la prima volta nel 1980 ed intitolato "Mockingbird", sbarcato in Italia tre anni più tardi con due titoli differenti: il primo riprende una delle frasi caratterizzanti presenti all'interno del romanzo stesso ovvero "Solo il mimo canta al limitare del bosco", sagace e suggestiva metafora che va a sottolineare quanto i robot rappresentino una sorta di beffarda pantomima dell'essere umano. 
L'altro è "Futuro in trance", certamente più diretto del precedente, ci regala subito un indizio sul genere in cui si va collocare ossia fantascienza con tratti distintivi tipici del distopico. Il libro presenta una struttura contraddistinta dall'alternanza dei POV principali cioè Spofforth, Bentley e Mary Lou,. Walter Tevis sviluppa con maestria un intreccio tanto avvincente ed originale quanto malinconico ed evocativo, infatti, la forza del romanzo sta nella narrazione sì fluida, data anche la mole non indifferente, ma mai scontata o banale. Non ha nulla da invidiare ai capisaldi della distopia (come 1984 di George Orwell o Fahrenheit 451 di Ray Bradbury) anzi, un valore aggiuntivo - rispetto ai due che ho sopracitato - è quello di proporsi come un romanzo distopico\fantascientifico e allo stesso tempo assumere il ruolo di romanzo d'introspezione, dati i numerosi spunti di riflessione che offre.
Ho amato questo romanzo appunto per gli innumerevoli messaggi positivi che trasmette, primo fra tutti, quello che mi preme maggiormente porre alla vostra attenzione è il seguente: la lettura è salvifica. Il potere della parola è in grado di risollevare le sorti del mondo.
Che altro dire? Entra di diritto tra i miei libri del cuore e ne consiglio la lettura agli amanti dei distopici che hanno voglia di scoprirne uno davvero encomiabile.

Giudizio:

Un assaggio dal libro:
[…] mi sento libero e forte. Se non leggessi i libri, non potrei sentirmi così. Qualunque cosa possa accadermi, grazie a Dio so leggere, e sono veramente entrato in contatto con le menti di altri uomini.

mercoledì 17 gennaio 2018

"Sleeping beauties" di Stephen King & Owen king



«Che cos'è successo a Kitty?» 
«Ha urlato per metà della notte. Ora dorme.»
 «Le è uscito qualcosa di comprensibile?»
«Sì, che la Regina Nera sta arrivando.»

Dooling è una piccola città fortunata del West Virginia, con una splendida vista sui monti Appalachi e lavoro per tutti. È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all'avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l'arrivo della Regina Nera. Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un'inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini. Un sonno dal quale è meglio non svegliarle...



venerdì 12 gennaio 2018

La Ruota del tempo: perché leggere questa saga?

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"La morte è più leggera di una piuma; il dovere è più pesante di una montagna."
Terzo atto, dopo Malazan e Drenai, di una rubrica poco organizzata che si prefigge l'obiettivo di delineare pregi e difetti delle saghe che hanno segnato il sottoscritto.

mercoledì 10 gennaio 2018

Le notti difficili - Dino Buzzati


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"Il Babau era molto più delicato e tenero di quanto si credesse. Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero. Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace."


Edita nel 1971, un paio di anni prima della morte, "Le notti difficili" è l'ultima raccolta di racconti che non solo funge da amaro epitaffio per lo scrittore, ma si configura come summa della poetica che ha attraversato altri racconti di differenti raccolte nonché l'opera celeberrima per la quale viene ricordato: "Il deserto dei Tartari".
Non avrebbe avuto senso eseguire un elenco freddo e statico dei racconti, con annessa spiegazione; forse neanche una cernita atta a discriminare i racconti più riusciti da quelli solo abbozzati renderebbe giustizia a un lavoro che paga l'incombente necessità di partorire tutte le idee fin lì inespresse prima che la morte faccia il suo corso.

lunedì 8 gennaio 2018

RABBIA di Chuck Palahniuk


Trama:
"Rabbia" prende la forma di una storia (romanzesca) orale di Buster "Rant" Casey, nella quale un assortimento di amici, nemici, ammiratori, detrattori e familiari dicono la loro su questo personaggio malvagio (ma forse no), morto in circostanze tanto misteriose quanto leggendarie, che forse è stato il più efficiente serial killer di questa epoca. Buster era il tipico ragazzino di una cittadina nel bel mezzo del nulla, alla ricerca di emozioni forti in un mondo di video games e di film di avventure e di azione. Dopo le prime ribellioni al liceo scappa dal suo villaggio natale di Middleton e va nella grande città, dove ben presto diventa il leader di un gruppo di giovani dediti a una sorta di rito-gioco di demolizione urbana chiamato Party Crashing: nelle notti prescelte i partecipanti decorano in modi bizzarri le loro auto e quando arriva il momento cominciano ad attaccarsi a vicenda cercando di cozzare colle proprie vetture contro quelle degli altri. In occasione di una di queste violente cacce notturne Casey incontra la morte al volante. E dopo la sua morte spettacolare, i suoi amici raccolgono le testimonianze necessarie a ricostruire una storia orale della sua breve vita. Ma Casey è morto davvero?

domenica 7 gennaio 2018

Il violinista pazzo di Fernando Pessoa (poesia)

Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.

Egli apparve all' improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all' improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.

La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.

In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.

Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
(Illustrazione dell'artista Marta De Andres)                                             alla ricerca dimenticata.

La sposa felice capì
d' essere malmaritata,
L' appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d' aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.

In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell' anima gemella,
quella parte che ci completa,
l' ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.

Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.

Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.

Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell' ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.

sabato 6 gennaio 2018

"Il Bacio" di Pablo Neruda (poesia)

Ti manderò un bacio con il vento 
e so che lo sentirai, 
ti volterai senza vedermi ma io sarò li 
Siamo fatti della stessa materia 
di cui sono fatti i sogni 
Vorrei essere una nuvola bianca 
in un cielo infinito 
per seguirti ovunque e amarti ogni istante 
Se sei un sogno non svegliarmi 
Vorrei vivere nel tuo respiro 
Mentre ti guardo muoio per te 
Il tuo sogno sarà di sognare me 
Ti amo perché ti vedo riflessa 
in tutto quello che c'è di bello 
Dimmi dove sei stanotte 
ancora nei miei sogni? 
Ho sentito una carezza sul viso 
arrivare fino al cuore 
Vorrei arrivare fino al cielo 
e con i raggi del sole scriverti ti amo

(Illustrazione dell'artista: Christian Schloe)             
 Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno 
tra i tuoi capelli, 
per poter sentire anche da lontano 
il tuo profumo! 
Vorrei fare con te quello 
che la primavera fa con i ciliegi.


venerdì 5 gennaio 2018

Sere d'autunno a Firenze di Maria Capasso

Genere: Romance con riferimenti storici

Come regalo di compleanno, Luigi regala a Sveva due giorni a Firenze.  Sono innamorati, l'unico problema è la distanza: Luigi lavora per l'esercito. Il loro amore è così forte da superare tutto e progettare una vita insieme.  In quei giorni a Firenze, baciati dall’autunno, Sveva compra una borsa in un negozio di oggetti usati: al suo interno sono nascoste delle lettere che risalgono alla seconda guerra mondiale. Dalle parole si capisce che si tratta di un amore mancato e minacciato dalle leggi razziali, e lettera dopo lettera i due ragazzi ripercorrono un’epoca dove i sentimenti non erano facili da vivere alla luce del sole.


📚 Commento a cura di 📚

martedì 2 gennaio 2018

La colonna di fuoco di Ken Follet

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TRAMA



Gennaio 1558, Kingsbridge. 
Quando il giovane Ned Willard fa ritorno a casa si rende conto che il suo mondo sta per cambiare radicalmente. 
Solo la vecchia cattedrale sopravvive immutata, testimone di una città lacerata dal conflitto religioso. Tutti i principi di lealtà, amicizia e amore verranno sovvertiti. 
Figlio di un ricco mercante protestante, Ned vorrebbe sposare Margery Fitzgerald, figlia del sindaco cattolico della città, ma il loro amore non basta a superare le barriere degli opposti schieramenti religiosi...