mercoledì 27 dicembre 2017

Ogni storia è una storia d'amore di Alessandro D'Avenia


Trama:
"L’amore salva?
Quante volte ce lo siamo chiesti, avvertendo al tempo stesso l’urgenza della domanda e la difficoltà di dare una risposta definitiva?"

Ed è proprio l’interrogativo fondante che Alessandro D’Avenia si pone in apertura di queste pagine, invitandoci a incamminarci con lui alla ricerca di risposte. In questo libro straordinario incontriamo anzitutto una serie di donne, accomunate dal fatto di essere state compagne di vita di grandi artisti: muse, specchi della loro inquietudine e spesso scrittrici, pittrici e scultrici loro stesse, argini all’istinto di autodistruzione, devote assistenti, o invece avversarie, anime inquiete incapaci di trovare pace. Ascoltiamo la frustrazione di Fanny, che Keats magnificava in versi ma con la quale non seppe condividere nemmeno un giorno di quotidianità, ci commuove la caparbietà di Tess Gallagher, poetessa che di Raymond Carver amava tutto e riuscì a portare un po’ di luce nei giorni della sua malattia, ci sconvolge la disperazione di Jeanne Modigliani, ammiriamo i segreti e amorevoli interventi di Alma Hitchcock, condividiamo l’energia quieta e solida di Edith Tolkien. Alessandro D’Avenia cerca di dipanare il gomitolo di tante diversissime storie d’amore, e di intrecciare il filo narrativo che le unisce, in un ordito ricco e cangiante. Per farlo, come un filomito, un “filosofo del mito”, si rivolge all’archetipo di ogni storia d’amore: Euridice e Orfeo. Un mito che svolge la sua funzione di filo (e in greco antico per indicare “filo” e “racconto” si usavano due parole molto simili, mitos e mythos) perché contempla tutte le tappe di una storia d’amore, tra i due poli opposti del disamore (l’egoismo del poeta che alla donna preferisce il proprio canto) e dell’amore stesso (il sacrificio di sé in nome dell’altro). Ogni storia è una storia d’amore è così un libro che muove dalla meraviglia e sa restituire meraviglia al lettore. Perché ancora una volta D’Avenia ci incanta e ci sorprende, riuscendo nell’impresa di coniugare il godimento puro del racconto e il piacere della scoperta. E con slancio ricerca nella letteratura – le storie che alcuni uomini, nel tempo, hanno raccontato su se stessi e l’umanità a cui appartengono – risposte suggestive e potenti, ma anche concrete e vitali. Per poi offrirle in dono ai lettori, schiudendo uno spiraglio da cui lasciar filtrare bagliori di meraviglia nel nostro vivere quotidiano, per rinnovarlo completamente nella certezza che “noi siamo e diventiamo le storie che sappiamo ricordare e raccontare a noi stessi”.




Commento di 
Cogliendo a piene mani dal mito di "Orfeo e Euridice" - narrato da Publio Ovidio Nasone nella sua opera più conosciuta: le Metamorfosi - Alessandro D'Avenia ci racconta, in maniera stringata e incisiva, storie di grandi amori ricalcando l'impianto stilistico di un'altra opera, sempre di questo prosatore latino, ovvero le Heroides (le Eroidi): lettere immaginarie che l'autore scrive immedesimandosi nelle vicende dei personaggi, dando voce ai loro pensieri come ad esempio Penelope che scrive al suo Ulisse. Ed è proprio sotto forma di epistole intervallate da "soste", è così che le definisce D'Avenia, che la narrazione è segmentata in piccoli step, riprendendo il modello del libro antecedente a questo (L'arte di essere fragili, che vi consiglio caldamente), tra la partenza e l'arrivo ci saranno ben dieci soste ossia:
        
  • La festa
  • Il pianto
  • L'invocazione
  • Il rischio
  • La vittoria
  • Il disamore
  • La caduta
  • La nostalgia
  • Il sacrificio
  • La sopravvivenza
Quivi ci si focalizza sul mito sopracitato che assume la funzione cardine di filo conduttore dell'intero romanzo.
D'Avenia prova a parafrasare tutte le sfaccettature di quel sentimento, talmente intenso e straziante eppure essenziale, sempiterna forza fautrice di spunti per poeti, scrittori e artisti di qualsivoglia genere. Sì, sto parlando proprio dell'Amore, quello vero, con la A maiuscola. "Ogni storia è una storia d'amore" è più di un banale e didascalico studio analitico, il lavoro dello scrittore di mettere nero su bianco la complessità dell'amore è ineguagliabile e ne viene fuori un saggio tanto di formazione quanto d'intrattenimento. 
Trentasei storie di donne che divennero le Muse ispiratrici, amarono o furono amate da personaggi di un certo calibro; contribuendo, a volte semplicemente con la sola presenza, al loro successo internazionale.
Una trama conturbante che desta non poco interesse sfocia in un libro che vi offrirà numerose opportunità di riflessione e vi darà modo di venire a conoscenza degli scorci di vita di uomini e donne che hanno lasciato un segno indelebile e che ricordiamo ancora oggi. 
Lo stile di scrittura è a dir poco aulico, caratterizzato da una certa ricercatezza dei termini, e un tocco in più è dato dalla presenza di citazioni letterarie e dalla guida bibliografica a chiusura che vanno ad arricchire ulteriormente il libro.
Se devo essere sincera, non tutte le storie esposte mi hanno pienamente convinta perché alcune di esse non possono assolutamente considerarsi vere e proprie storie d'amore, né era necessario prenderle a modello per la finalità del romanzo, infatti, appare chiara una sorta di forzatura... Ma possiamo comunque dire che meritano tutte - in egual misura - la giusta rilevanza poiché ci permettono di scoprire in pillole queste vite travagliate. La mia preferita? La vera storia di Beren & Luthien alias John Ronald Reuel Tolkien e Edith Mary Bratt.
Penso che questo sia un libro indirizzato prevalentemente alle anime sognatrici e ai romantici che seppur avviliti da una realtà spesse volte ordinaria e scialba, non hanno dimenticato che è l'amore quello che dà colore e vita alla vita stessa, dedicato a quelli che - come la sottoscritta - sono innamorati dell'idea dell'amore.
Molti passaggi di questa lettura mi sono rimasti nel cuore, perciò spero vivamente che le mie parole vi abbiano incuriositi almeno un pochino e vi spingano a concedergli una possibilità.

Valutazione:

Un assaggio dal libro:
[…] l’amore è come la dama, ha tre regole: devi andare sempre avanti, puoi fare solo un passo alla volta, quando arrivi in fondo puoi fare quello che vuoi e muoverti liberamente. 

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