sabato 23 dicembre 2017

Il tocco dell'Alpha - K.Matthew

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A CURA DI 











TRAMA
Karen è una ragazza insoddisfatta nella sua famiglia, la quale ha l'atipica particolarità di esser composta da licantropi. Non conforme al gruppo e alle reiterate battute di caccia sostenute in branco, viene spedita allo Sky High Range, una sorta di struttura di recupero ove i licantropi inferiori vengono rieducati per potersi inserire nella società.

La legge dell'Alpha (qualunque cosa significhi)


*il seguente flusso di coscienza è stato partorito da due lettori in stato orgasmico e con una mano libera a testa*


"Karen era una disgrazia per il suo branco."

Ecco, non sapendo come partire, ci agganciamo al memorabile incipit di questa “cosa”, che è di per sé talmente memorabile che forse scalzerà quello di Snoopy. Senza dare in escandescenze, è probabile che sia in corso la sindrome di Stendhal; non siamo del tutto sicuri di aver mai letto qualcosa di così meraviglioso.
I nostri tempi saranno ricordati per l'emancipazione del gentil sesso, la quale ha permesso di delineare personaggi femminili dall'indimenticabile introspezione psicologica.
Sfanculato il nesso causa->effetto nelle labirintiche elucubrazioni di Karen, lo svolgimento dell'amplesso si consuma durante una terapia di gruppo - in realtà è un party con tanto di falò e "marshmallow bruciacchiati" - all'interno dello Sky High Ranch, una specie di albergo a 5 stelle ove i lupi mannari di serie B stanno lì a svernare in attesa di fantomatiche decisioni sociopolitiche e/o punizioni (non si capisce in base a quale codice etico, accennato in mezza riga e liquidato).

Karen e Carter (che è l’alpha regionale, il che ci ricorda un po’ un’auto blu appartenente alla giunta, cose così, tipo una Mito) riescono a raggiungere, in due, il volume di particolarità di una sogliola, però compensano allettando l’ignaro lettore con un tetris gigantesco in cui tutto può essere smontato, capovolto, rimontato: pezzi di corpo che riescono a battere i record a Twister con lo zio Aldo da bambini (tutti hanno uno zio Aldo); pronomi che possono balzare dal possessivo al personale così, semplicemente spostando lettere; infine frasi intercambiabili, che possono valere tanto per lei quanto riferirsi a lui. In tutto ciò, non abbiamo capito quello che voleva essere detto, o perché, o come sia successo, o dove, o quando, ma in compenso abbiamo imparato un nuovo commento di manifestato stupore, da usare secondo necessità: “Carter io!” (NB: è possibile sostituire il nome Carter con quello che più vi abbisogna).

Si segnalano apparizioni sovrannaturali di materassi e lenzuola durante una feroce scena di sesso in mezzo al bosco.



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