TRAMA
Barbara Thorson è una ragazzina fondamentalmente vivace e dall'esuberante personalità; ma la peculiarità che maggiormente la contraddistingue, rispetto ai suoi coetanei, è lo spiccato amore per il gioco di ruolo alla D&D, passione che quotidianamente la limita nei rapporti non solo scolastici, ma anche famigliari.
COMMENTO DI
Storie di questo tipo sono oramai state sondate nelle più disparate forme e risulta davvero difficile evidenziare particolare sfaccettature e/o rielaborazioni originali che non scivolino nel già visto, se va bene, o la pericolosa stucchevolezza nei casi peggiori.
"I kill giants" ha il merito di mascherare con innegabile intelligenza il fulcro narrativo, almeno per buona parte della vicenda; solo un paio di tavole, con un po' di malizia, permettono di anticipare la reale portata della storia nonché il messaggio conclusivo.
Molte vignette vivono di dettagli dinamici che evolvono per tutto l'arco narrativo: la caratterizzazione di particolari luoghi, che si tramutano in spettatori silenti di dolorosi drammi (la prospettiva della camera da letto); il taglio degli zigomi, il lampo negli occhi, le ombre sotto di essi e qualunque caratteristica del viso; l'approccio violento della protagonista; gli assordanti silenzi che riecheggiano tra le mura di casa.
Nonostante Joe Kelly non apporti veramente nulla di nuovo alle opere di formazione ascrivibili a quel particolare sottogenere, la metafora dei giganti impreziosisce il narrato con soluzioni grafiche capaci di far esplodere l'edificante morale di fondo.
Opere come questa non hanno tanto la pretesa di narrare qualcosa di nuovo quanto di ricordarci il prezzo del dolore e la forza necessaria per pagarlo.
"Tutto ciò che vive, muore. Proprio per questo devi trovare la gioia nel vivere, mentre il tempo è ancora tuo, e non aver paura della fine. Negare questo è come negare la vita. Temere questo è come temere la vita."
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